La storia del Polo

Spigolature di storia

Rivivere la storia ed il fervore, soprattutto degli inizi, di questa istituzione significa aver visto sfilare per i suoi corridoi e per le sue aule migliaia di bambini, gli attuali nonni e padri, i figli, i nipoti e pronipoti o, per meglio dire, tutta la popolazione di Cologno al Serio.

Solo in questo modo è possibile rispondere alle attese ed ai desideri di don Davide Pizio e di don Cirillo Pizio che ne sono stati i promotori e i fondatori e che hanno dato all’asilo stesso quella specifica finalità di formazione pedagogica e religiosa che ancor oggi si realizza.

Correva l’anno 1901 quando un Comitato promotore, a proprie spese, acquistava una vecchia casa di proprietà della famiglia “Quadri” e l'adattava per adibirla ad “Asilo Infantile”.

Questo Comitato promotore, costituitosi sotto la presidenza del Parroco don Davide Pizio e del Sindaco Ing. Cipriano Borioli e composto da cinque persone notabili del paese (Ernesto Vertova, Battista Poliani, G.Battista Ubbiali, Lorenzo Colleoni, Luigi Teani), prendendo le mosse e beneficiando di un apposito stanziamento di lire 1.000 (mille) fatto nel 1900 dal Comune di Cologno al Serio in memoria del Re Umberto I°, dei fondi raccolti da una commissione collettrice presieduta e guidata da don Vincenzo Micheletti, dell'appoggio dell'intera popolazione di Cologno al Serio che contribuì con offerte sia in generi, sia in denaro che in gratuite prestazioni d'opera, nonché dell’efficace concorso della locale Congregazione di Carità, diede inizio alla fondazione in Cologno al Serio di un “Asilo infantile” e di un “Oratorio femminile” sotto la denominazione “Asilo Infantile Umberto I° di Cologno al Serio”.

L'asilo venne solennemente inaugurato il 25 novembre 1901 alla presenza di tutte le autorità locali e della popolazione.

Lo Statuto di fondazione, con la sopra richiamata denominazione, venne redatto il 21 aprile 1907 e firmato dall’allora Ministro dell’Interno Giolitti e, per il comitato esecutivo, da don Cirillo Pizio quale segretario.

Il 19 maggio 1907, con decreto del Re Vittorio Emanuele III°, all'asilo venne concesso il riconoscimento giuridico ed eretto ad ente morale assumendo la qualifica di I.P.A.B. (Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza).

Gli scopi della fondazione erano sostanzialmente:

  • Raccogliere e custodire gratuitamente, ad eccezione di quelli affetti da malattie ripugnanti e contagiose,i bambini poveri di Cologno al Serio, d'ambo i sessi, dagli anni tre sino alla loro ammissione alle scuole elementari comunali;
  • Aiutare la loro crescita con una sana educazione intellettuale, morale, civile, religiosa cattolica e fisica;
  • Amministrare loro gratuitamente, consentendolo le condizioni economiche dell’istituto, una o più refezioni giornaliere, una sopraveste ed un copricapo uniformi;
  • Nei giorni festivi, sotto l’esclusiva direzione del Parroco pro-tempore, adibire gratuitamente i locali ad “Oratorio femminile”, specie per le ragazze dei numerosi cascinali;
  • Ammettere all’asilo anche i bambini non appartenenti a famiglie povere dietro il pagamento di apposita retta di frequenza.

All'iniziale patrimonio immobiliare costituito dall'adattamento della vecchia casa ex “Quadri”, il 25 novembre 1935 si aggiunsero gli immobili comprendenti una casa ed un fabbricato rurale prospicienti l'allora Vicolo delle Ortaglie (l'attuale Vicolo Comenduno) donati all'asilo da parte di don Cirillo Pizio.

Diversi anni dopo la sua fondazione pertanto l'“Asilo Infantile Umberto I°” ebbe una radicale trasformazione per merito appunto del prevosto don Cirillo Pizio il quale fece ampliare la struttura adottandola di aule nuove, un ampio cortile per la ricreazione, i servizi sanitari, il refettorio e degni locali per l'abitazione delle Suore.

Nel 1962 poi l'allora prevosto don Giacomo Toti, abbattuto il vecchio edificio, ne fece costruire uno nuovo.

Nel novembre 1978 la Regione Lombardia ha inserito l'“Asilo Infantile Umberto I° di Cologno al Serio” nell'elenco delle istituzioni per le quali veniva riconosciuto lo svolgimento in modo precipuo dell'attività inerente alla sfera educativo/religiosa.

Con deliberazione della Giunta Regionale della Lombardia del 18 ottobre 1996 detta asilo è stata depubblicizzata e, nel contempo, riconosciuta ad ogni effetto di legge quale Ente di diritto privato e conseguentemente assoggettata al relativo regime giuridico.

Con deliberazione del 13 aprile 1999, ricorrendo il 50° anniversario della morte del prevosto don Cirillo Pizio (+ 23.04.1949) e riconoscendone il merito nella nascita dell'asilo per il bene del paese, il Consiglio di Amministrazione di allora decise il cambiamento dello Statuto della Scuola Materna, resosi necessario per l'usura del tempo, oltre che nel cambiamento del medesimo fosse la stessa scuola intitolata a don Cirillo Pizio.

Per diverse vicissitudini i tempi di cambiamento dello statuto si allungarono fino all'anno 2003 quando, con decreto regionale del 06 febbraio 2003, venne approvato il nuovo statuto della scuola materna e, contemporaneamente, approvata la modifica della denominazione dell'ente da “Asilo Infantile Umberto I° di Cologno al Serio” a “Scuola Materna Don Cirillo Pizio”.

Dal 1973 e negli anni successivi, fino ad arrivare all'inizio degli anni 2000, l’immobile è stato fatto oggetto di ulteriori diverse ristrutturazioni, demolizioni e nuove edificazioni che hanno portato, nel tempo, all’attuale situazione di una struttura moderna ed efficiente; le opere edili man mano eseguite hanno comportato, ad esempio, la formazione di altre nuove aule e di nuovi spazi, la sistemazione del salone “Don Cirillo Pizio” dedicato alla memoria del fondatore dell'asilo, la costruzione di un nuovo atrio, il rifacimento del cortile, il rifacimento della vecchia ala, la ridefinizione della cappella e la sistemazione del relativo campanile, il risanamento del seminterrato con formazione di un grande salone per giochi ed intrattenimenti intitolato al benemerito vescovo colognese Mons. Valentino Lazzari (Vescovo di Grajaù in Brasile), la messa a norma degli impianti, ecc…

Come si può ben comprendere, detti interventi, seguiti dai successivi adeguamenti strutturali dettati di volta in volta dalle norme legislative del momento, hanno naturalmente dato all’attuale asilo una configurazione ben lontana da quella originaria.

Oltre un secolo di presenza delle suore

Celebrare e ricordare la oltre centenaria presenza a Cologno al Serio delle Suore di Carità delle Sante Capitanio e Gerosa (comunemente note come Suore di Maria Bambina) è un obbligo ed un dovere irrinunciabile.

Tale obbligo e tale dovere si traduce necessariamente in un generoso atto di riconoscenza a queste Suore che durante l'intero secolo ed oltre trascorso a Cologno al Serio hanno profuso con piena dedizione la loro disponibilità, intelligenza e spirito di sacrificio a bene di numerose generazioni con i loro ammirevoli esempi nel campo dell'educazione e dell'istruzione sia dei bambini dell'Asilo come quelli delle Elementari e, poi, una schiera innumerevole di ragazzi e ragazze, queste ultime in particolar modo con l'assistenza e le varie attività dell'oratorio femminile.

All'opera dell'educazione e dell'istruzione le Suore a Cologno aggiunsero anche quella dell'assistenza agli ammalati.

La loro fondatrice, Santa Bartolomea Capitanio, dando inizio all'Istituto religioso nel 1832 ebbe come scopo proprio l'educazione della gioventù femminile e l'assistenza agli ammalati e questo scopo venne poi confermato in pienezza da Santa Vincenza Gerosa che continuò l'opera della fondatrice; nella nostra comunità le Suore ebbero a dedicarsi all'assistenza dei malati del Ricovero Vaglietti.

Tutto questo nell'arco di ben oltre 100 anni ininterrottamente (anche se le Suore addette alla cura dei malati cessarono la loro opera nel 1981).

Dai documenti d'archivio dell'epoca risulta che il 27 settembre 1898 il prevosto don Davide Pizio inviava alla Superiora Generale delle Suore di Maria Bambina una missiva con la quale faceva presente il progetto di affidare alle suore stesse l' “istruzione elementare della gioventù femminile e l'attuazione di un Oratorio”.

A quel progetto seguirono le pratiche necessarie presso il Comune allo scopo di approvare la presenza di religiose nelle Scuole Elementari e, di volta in volta, sempre più pressanti richieste alla predetta Superiora Generale la quale, da parte sua, faceva seguire positive promesse.

Non mancarono successive insistenze per lamentare che la concessione non veniva effettuata, tanto che l'allora curato della parrocchia, don Vincenzo Micheletti, nella sua “veste” di assessore comunale di Cologno, a seguito di varie sue lettere, l' 11 agosto 1900 scriveva alla stessa Superiora Generale una lettera di protesta per il mancato arrivo delle Suore, non risparmiando – tra l'altro – espressioni forti.

Dopo tre anni di carteggio intercorso tra le parti il 02 febbraio 1901 il prevosto don Davide Pizio stipulava con le Suore di Maria Bambina una convenzione per erigere a Cologno una comunità di queste suore.

Un successivo ampio documento sottoscritto in data 02 marzo 1901 ed approvato con firma dell'allora Vescovo di Bergamo Mons. Gaetano Camillo Guindani specificava le varie e molteplici clausole della convenzione; in particolare rappresentava che alcune suore sarebbero state addette all'insegnamento nelle Scuole Comunali di Cologno e ciò a conferma della necessità della loro presenza nel campo educativo dei ragazzi, impegno che però venne a cessare in anni successivi.

Il tutto si concluse il 17 maggio 1901 quando don Davide Pizio venne avvertito dell'invio a Cologno, da parte della Superiora Generale, di una suora per un sopralluogo, il tutto “secondo una prassi per l'inizio di un'opera”.

L'erezione a Cologno di una comunità delle Suore di Maria Bambina avvenne finalmente il 10 dicembre 1901 con l'impegno dell'assunzione da parte delle suore stesse della Scuola Materna, della “Scuola di lavoro” e dell'”Oratorio festivo”.

A Cologno nell'anno 1901 la comunità religiosa delle Suore di Maria Bambina era formata da sei suore: una, la superiora, cugina di don Cirillo Pizio, tre impegnate nell'asilo con 380 bambini e due come insegnanti nelle Scuole Elementari.

La comunità religiosa delle Suore di Maria Bambina nell'oltre un secolo di sua vita a Cologno ha potuto contare sulla presenza di più di duecento suore.

Sono state presenti nella comunità di Cologno al Serio fino ai primi anni del 2000

Per assurdo potremmo chiederci quali sarebbero state le difficoltà e i disagi che la nostra comunità avrebbe dovuto affrontare e risolvere senza il loro aiuto.

Storia e ruolo dell'asilo in due affreschi

Due preziosi affreschi realizzati all'inizio degli anni 1990 dal pittore bergamasco Luigi Maurizio Assolari completano la ristrutturazione dell'asilo voluta dall'allora prevosto don Michele Gerosa.

Entrambi i dipinti, di forma semicircolare (misurano ciascuno cm. 150X75), raffigurano, attraverso un racconto ricco di simbologia, l'inizio dell'asilo stesso e la continuità di un'opera che ha come scopo l'educazione dei bambini.

A sinistra del primo affresco, con i nomi dei fondatori, è rappresentata l'antica costruzione, ora demolita, ma della quale rimane il vecchio campanile. Il racconto si svolge per l'intero affresco con raffigurazioni degli Angeli protettori dell'infanzia che assistono i piccoli nella loro innocente ricreazione con giocattoli d'epoca come trenini, automobili in miniatura e piccole “giostre” quasi a significare un tempo che è ormai un ricordo, ma che rimane come testimonianza di giochi fatti di semplicità e, pure, di povertà.

Il secondo affresco riprende il tema del primo, sempre con la presenza degli Angeli Custodi e con i giocattoli ormai dei tempi moderni: capsule spaziali, apparecchi ricetrasmittenti, antenne e pannelli solari.

Mentre l'inizio del racconto avviene in una atmosfera buia, quasi a significare che l'Asilo infantile è sorto da ben poche mezzi economici, la conclusione è in una prospettiva luminosa, per simboleggiare che tutto si apre alla speranza per i bambini di oggi in attesa del futuro.

L'insieme dell'opera è caratterizzato da una espressione di gioia e di serenità attraverso i cromatismi brillanti ed una ricchezza di movimento che sembra inneggiare alla vita, rappresentata in particolare dal grande sole che illumina l'infinito dell'attesa; il sentimento devozionale si manifesta nella presenza degli Angeli e si concentra (nel secondo affresco) nell'immagine della Vergine che tiene in braccio il Bambino.

Un messaggio di semplicità inserito in questo racconto dalla presenza di un mondo infantile ricco di umanità e di poesia, proprio come è l'ambiente che i bambini trovano nella loro scuola materna e che ora, per mezzo di questi due affreschi, hanno modo di contemplare. Un messaggio che dai piccoli giunge sicuramente agli adulti per la ricchezza dei significati che vi sono contenuti.